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Corfù tra lo Ionio e l’Adriatico era sulla rotta che da Creta e dall’Epiro portava a Venezia e viceversa. Questo è attestato dalle icone che vennero trasportate a Corfù da vari luoghi e soprattutto da Creta, ma anche dai pittori che cercavano lungo questo percorso un sostegno economico e culturale.

Mihail Damaskinòs, il grande pittore del 16 secolo nacque a Creta, visse a Venezia per molti anni dove dove insieme ad Emmanouil Tzanes dipinse la Chiesa di San Giorgio dei Greci; lavorò dal 1569 al 1573 a Messina, dove produsse, tra le altre opere, tre stupende icone che arredavano la Chiesa di San Nicola dei Greci, trasferite dopo il terremoto del 1908 ad Atene; successivamente ritornò a Creta. La maggior parte delle sue opere firmate si trova a Corfù dove trascorse alcuni anni di vita. Per approfondire, è possibile curiosare qui sulla interessante storia dell’icona della Consolazione.

Emmanouil Tzanfournaris, corfiota, visse a Venezia alla fine del 16 sec.

Dopo la presa di Creta da parte dei Turchi, 1669, Corfù acquista ancor maggiore importanza ed è il primo approdo per pittori, religiosi, e semplici cittadini che fuggono da Creta per stabilirsi in seguito in Italia e sopratutto a Venezia, come già era accaduto dopo la presa di Costantinopoli, durante il periodo iconoclasta e prima ancora dopo la conquista araba della Siria, Palestina e Nordafrica.

Emmanouil Tzanes nacque a Retimno, e morì a Venezia, trascorse parte della sua vita a Corfù; Filotheos Skoufos, Theodoros Poulakis, Stefanos Tsankarolas, nati a Chanià, vissero tra Venezia, Corfù e Zante.

Molte opere furono trasportate da Candia a Corfù, come il Giudizio Universale di Gheorghios Klontzas, o a Venezia come  la Madonna della Consolazione di Kostantinos Tzanes del 1654.

A Corfù, crocevia marino, opere e pittori trovarono rifugio e proseguirono la loro strada, influenzando e plasmando non solo l’ambiente locale, ma anche quello veneziano e italiano.