I monaci Nilo e Kosmàs, calabrese il primo, greco il secondo, sono partiti dal monte Athos per dare nuova vita al Monastero di San Giovanni il mietitore, Therestìs, fondato a Bivongi, nello Ionio Reggino, nell’anno Mille, che dopo secoli di abbandono era in pessime condizioni. Con la loro instancabile attività hanno fatto emergere come un fiume carsico l’antica spiritualità orientale della Calabria. Negli anni successivi alla rifondazione del Monastero sono tornati sull’Athos, il primo nella skiti di Kapsàla dove si è improvvisamente spento due anni fa e dove adesso riposa, il secondo nel grande Monastero di Vatopédi dove aveva iniziato la sua vita monastica. Loro sono solo due esempi dell’immenso numero di uomini e donne che nei secoli hanno attraversato lo Ionio per diffondere il Verbo e servire l’Impero Romano prima, e la Fede ortodossa dopo l’undicesimo secolo.
Le migrazioni avvenivano fino a quella data all’interno di un unico corpo politico, l’Impero Romano. Dopo la conquista dei Franchi i viaggi e gli scambi proseguirono nell’ambito di uno scenario culturale e religioso che mantenne la sua unità fino al 15° secolo, nonostante l’azione demolitrice della cultura greca operata dal Papato e dall’Impero francotedesco.
Altri asceti e religiosi si spostarono dalla Sicilia verso la Calabria e l’ Oriente dopo la conquista araba nel nono secolo. Uno di questi fu il fondatore del monastero di Bivongi, San Giovanni Therestìs, il mietitore, proveniente da Palermo. Altri dalla Sicilia e dall’Oriente popolarono le grotte e gli askitiria del monte Consolino sopra Stilo, dove la domenica si riunivano per la liturgia nella Cattolica, che dal Mille si è miracolosamente conservata fino ai nostri giorni.
Il neocostituito Osservatorio calabrese per la libertà religiosa nel Mediterraneo ha la sua sede a Stilo; il presidente per il triennio 2014/2017 è il Vescovo greco ortodosso della Valle dei Cristiani in Siria, Sua Eccellenza monsignor Elia Toumèh, che nel mese di novembre 2014 ha portato la sua testimonianza sulla situazione religiosa e civile in Siria, attraverso un ciclo di conferenze in Calabria, Sicilia e Roma e di un intervento all’ONU a Ginevra.
Il suo è solo un’altro viaggio tra Oriente e Italia meridionale, sulle orme di Nilo di Rossano, il fondatore di Grottaferrata. E’ sorprendente la somiglianza tra Stilo e Maaloula, roccaforte aramaico cristiana della Siria occidentale, per fortuna non più in zona di guerra.
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