Per un nuovo sito culturale UNESCO,  che accolga la tesi dell’unicità delle “città alte” bizantine di Calabria.

Codex-Purpureus-Rossanensis-

Cinque città calabresi condividono la stessa storia fin dalle origini.
Condividono la cultura greco-romana, dalla loro fondazione intorno al 700 d.C. fino alla conquista normanna del Tema di Calabria dell’impero greco-romano nel 1050/1075; una cultura che continua, nonostante il progressivo abbandono della lingua greca, fino ai giorni nostri.

Bova, Gerace, Stilo, Santa Severina e Rossano,  unite per avvenimenti storici, orografia, architettura, religione e cultura, sono le perle di una collana di città alte/ acropoli, che si snoda lungo la costa della Calabria ionica. Una visita a queste città riporta il visitatore in un tempo remoto ormai introvabile nel resto d’Europa, dato che le città e i monumenti più antichi che abitualmente incontriamo sono successivi al 1200. Con delle importanti eccezioni, come le basiliche romane e ravennati del 4/6° secolo.

mosaic of Justinian I (Ravenna)

 

Dopo la fine delle guerre Gotiche, intorno al 555, l’Impero Romano guidato dal grande Giustiniano I, torna alla sua universalità con la riconquista di gran parte dei territori che lo costituivano fino al 476, prima che i popoli del Nordest, e in particolare i Goti, i Franchi e i Vandali,  ne occupassero la parte occidentale.
La penisola italiana è duramente provata da venti anni di guerra, e impoverita sia economicamente che demograficamente. Inizia una ricostruzione e una riorganizzazione del potere, dell’economia, delle vie di comunicazione, incentivate dalla ritrovata stabilità.
Ma dal 630, sotto le dinastie Eracliana ed Isaurica, l’area asiatica e nordafricana vengono conquistate dagli arabi, che iniziano un’attività di scorrerie navali sulle coste mediterranee, che nel 9°secolo si concluderà addirittura con la conquista della Sicilia. La perdita di Siracusa nell’878 porterà un’ondata di sgomento e di oscuri presagi a Costantinopoli e nel Tema di Calabria.

Assedio arabo di Siracusa

Assedio arabo di Siracusa

In conseguenza del nuovo assetto geopolitico del Mediterraneo, che genera insicurezza negli abitanti delle coste, le città e le popolazioni marinare si spostano a monte, in posizione difendibile.
I nuovi abitati vengono edificati su rocche alte e dai fianchi scoscesi, munite di mura, a una distanza di 10-15 kilometri dal mare, per poter vedere gli invasori ed avere il tempo di ritirarsi al sicuro nella città alta. Il territorio conserva gli usi agricoli e le attività tradizionali dell’allevamento e della pesca.
E’ così che gli abitanti di Leucopetra fondano Vua, poi Bova; i Locresi Gheraki, Gerace; gli abitanti di Kaulonìa Stilos, poi Stilo; i Crotoniati Siberini o Siverini, poi Santa Severina, e infine gli abitanti della Sibaritide Rusianon, Rossano.

Nei secoli che seguono la conquista del Tema di Calabria dell’ Impero Romano da parte dei Franconormanni, avvenuta tra il 1050 e il 1075, si verifica una lenta, forzata occidentalizzazione e latinizzazione, non solo nella lingua ma anche nella componente religiosa.
Mentre il clero greco viene sottoposto ad abati romani o franchi, il rito greco viene officiato da preti riuniti in un ordine “basiliano”, sotto la giurisdizione di Roma. Gli antichi monasteri perdono la loro indipendenza per diventare commende del potente viceré, duca o gran feudatario di turno.
Nell’ 11° secolo la popolazione in Calabria è di lingua greca e lo resterà sopratutto nelle zone interne fino al 17° secolo, nel reggino fino ai giorni nostri, ma dopo il 1300 si perderà l’uso della lingua scritta con l’esclusione dei Monasteri dove si continuano a copiare gli antichi testi. Tra il 15° e il 16° secolo il rito greco verrà soppresso nelle diocesi dove è ancora la liturgia in uso quotidiano, come a Bova. I preti greci saranno obbligati a vestire alla latina e, addirittura, a tagliarsi la barba! 

Le città alte di Calabria sono situate su pittoresche rocche naturali, tanto care ai viaggiatori del Gran Tour, i panorami romantici spaziano dai monti all’antico tessuto urbano, con la vista che corre su magnifiche valli di fiumare che sfociano nello Ionio.

Conservano monumenti di grande fascino per la loro struttura architettonica unica e per il loro grande potere evocativo dei lontani echi della storia.
Il territorio è sospeso tra le boscose montagne dell’Aspromonte, delle Serre e della Sila, e la costa, con marine bellissime per le spiagge,  i piccoli paesi, le importanti aree archeologiche .

Fanno loro da corona numerosi centri minori molto interessanti.

Bova: l’area greca con i comuni di Cardeto, Bagaladi, San Lorenzo, Condofuri con la stupenda valle dell’Amendola e Gallicianò, Roccaforte del Greco, Roghudi, Africo, Palizzi, Samo, San Luca, … l’Aspromonte orientale, l’area archeologica di San Pasquale.

Vua, Bova

Vua, Bova

Amendolea, valle dei Greci

Amendolea, valle dei Greci

Panaghìa tis Elladas Gaddhicianò

Panaghìa tis Elladas Gaddhicianò

Il mare a San Lorenzo, Bovesia

Il mare a San Lorenzo, Bovesia

Gerace: la Locride, da Roccella ionica ad Ardore, Gioiosa, Mammola, Locri, con l’area archeologica dell’antica città, Siderno, Canolo, …

Gerace Edward Lear 1847

Gerace Edward Lear 1847

Cattedrale di Gerace

Cattedrale di Gerace

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                                                      San Francesco Gerace

Castello di Roccella

Castello di Roccella

Locri Epizefiri Teatro Greco

Locri Epizefiri Teatro Greco

 

Stilo: le Serre, la valle dello Stilaro e dell’Assi, i comuni di Bivongi, Pazzano, Camini, Monasterace con l’antica Kaulonìa, Riace, Caulonia.

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Stilo e il monte Consolino

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                                            La Cattolica e la valle dello Stilàro

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                                  Monastero di San Giovanni Therestìs Bivongi

Chiesa di San Giovanni Therìstis a Bivongi

Chiesa di San Giovanni Therìstis a Bivongi

I mosaici di Kaulonìa

I mosaici di Kaulonìa

Santa Severina: la Sila Piccola, i comuni del Marchesato , Crotone con Capo Colonna.

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Battistero-Santa-Severina

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Rossano: la Sila greca, Corigliano, Sibari e la valle del Crati.

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San Marco Rossano

San Marco Rossano

Le tradizioni artistiche e gastronomiche le rendono altresì uniche ed omogenee.
Due vastissimi capitoli, quello artistico/archeologico con il Codex e l’Achiropita, il Battistero di Santa Severina, la Cattolica, la Cattedrale di Gerace, l’antico abitato di Bova…e le grandi collezioni del Museo di Reggio.
Quello della  produzione alimentare e della gastronomia, con il loro riunire mare e montagna, in una infinita serie di ricette uniche al mondo.
Infine un filo rosso costituito dalla meravigliosa sensibilità ed amore delle popolazioni per la loro terra e le tradizioni gelosamente conservate.