I fiumi calabresi e lucani hanno portata molto variabile a seconda delle stagioni, e vanno soggetti ad impetuose piene invernali ; ciò accade in particolare in Basilicata, dato che l’Appennino lucano, da cui discendono, è scarsamente coperto di vegetazione. Per regolarizzare la portata e dare incremento all’agricoltura, nel dopoguerra sono stati costruiti grandi invasi artificiali, che hanno  creato importanti aree naturalistiche.

Data la rilevante quantità di detriti trasportati in tali periodi e la scarsa pendenza d’una gran parte del loro corso, questi fiumi tendono a diventare acquitrinosi nella parte di pianura, creando zone malsane recentemente bonificate e sede di una fiorente agricoltura, come la piana di Sibari e la pianura costiera lucana.

Il Crati, principale fiume della Calabria, discende dalla Sila Grande cosentina, dove raccoglie le acque del Busento; diretto dapprima verso nord, compie poi una curva verso est raggiungendo la piana di Sibari dove alimenta il lago artificiale di Tarsia; quì raccoglie anche le acque che scendono dal versante meridionale del Pollino per poi sfociare a Cassano/Sibari.

Il Neto, secondo fiume della Calabria, proveniente dalla Sila greca, decorre verso est sfociando vicino punta Alice.

I fiumi lucani decorrono in direzione est o sudest verso il golfo di Taranto: il Bradano, principale fiume della Basilicata per estensione di bacino, nasce poco a sud del Monte Vulture e sfocia  presso l’antica colonia greca di Metaponto.

Il Basento, il fiume più lungo della Basilicata, che ha le sue sorgenti presso Potenza, sfocia anch’esso nella piana di Metaponto.

L’Agri nasce dal Monte Volturino e scende nel Golfo di Taranto, scorrendo in un alveo ghiaioso e sinuoso. È il principale corso d’acqua della Basilicata per portata d’acqua.

Il Sinni nasce dal Monte di Papa (o Sirino).

Nelle provincie di Taranto e Lecce corsi d’acqua minimi e talvolta sotterranei…

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