La silva dei Romani è un vasto altopiano della Calabria centrale, che si estende per circa 150.000 ettari; ad ovest e a nord è delimitata dalla valle del Crati, ad oriente e per un tratto settentrionale si affaccia sullo Ionio, a sud degrada verso il golfo di Squillace e l’istmo calabro.  Famosa per la forte natura montana, con imponenti nevicate e la favolosa presenza dei lupi, è attualmente sede del parco nazionale omonimo, istituito nel 1968 e poi nel 2002 esteso fino alle dimensioni attuali di circa 73.000 ettari. Si divide, da nord a sud,  in tre aree, Sila greca, grande e piccola. Abitata fin dall’antichità, i ritrovamenti archeologici testimoniano insediamenti risalenti a 700 mila anni fa, fu sede del popolo dei Bruzi, che convissero più o meno pacificamente coi coloni greci, fino alla conquista romana. Dopo la guerra gotica e la riunificazione dell’impero romano nel 555, la Calabria rimase parte dell’impero di Costantinopoli fino al 1060, fu poi sotto il potere normanno che iniziò la riorganizzazione e il ripopolamento attraverso la costruzione delle abbazie cistercensi: la più importante, quella Florense, fu fondata dall’abate Gioacchino e intorno ad essa si sviluppò il paese di San Giovanni in Fiore. Durante il regno di Carlo V imperatore, si insediarono quì numerosi esuli albanesi in fuga dall’avanzata turca nei Balcani che fondarono i paesi dell’attuale Sila Greca.

Numerose cime tondeggianti si elevano dall’altopiano fino a un’altezza di 1700/1900 metri, tra tutte il Botte Donato, 1928 m, il monte Nero, il monte Curcio, il Gariglione…Il clima è tipicamente montano con forti precipitazioni piovose e, in inverno nevose che fino ad un recente passato contribuivano all’isolamento di quest’area. L’abbondanza di acque dà origine ai fiumi calabresi, in particolare il Crati e il Neto, e a corsi d’acqua minori; nel secolo scorso sono stati creati nell’altopiano silano 4 laghi artificiali per esigenze energetiche e agricole: Cecita, Arvo, Ampollino e Ariamacina, che contribuiscono alla valorzzazione paesaggistica e faunistica della Sila.

La Sila è una riserva della biodiversità, ospitando circa un migliaio di specie botaniche, tra cui alcune tipiche del luogo; molte le piante officinali raccolte da secoli. Nell’antichità era famosa e ricercata la pece ricavata dai pini: il pino laricio tipico della Calabria è l’essenza boschiva prevalente, anche in associazione al faggio o all’abete bianco. Nel bosco della Fossiata e nel Fallistro sono tutelati alcune decine di esemplari secolari di pino laricio.

La fauna appenninica è ampiamente rappresentata: il simbolo della zona è il lupo, in ripresa dopo secoli di caccia spietata; oltre al tasso, alla volpe, ai mustelidi, ai cervi e caprioli, in Sila come in Aspromonte sono presenti piccoli roditori quasi esclusivi della Calabria centromeridionale: lo scoiattolo nero, il ghiro, il quercino, il moscardino e in particolare il driomio, grazioso topolino dalla folta pelliccia e dai vispi occhi neri. I rettili sono diffusi con specie tipiche della Calabria come la salamandra pezzata e dagli occhiali, il grande ramarro, i serpenti tra cui il cervone che raggiunge i due metri.

La popolazione dei volatili è vastissima, con specie stanziali e di passo: la Sila si trova infatti su un importante corridoio di migrazione tra Africa ed Europa. Grandi rapaci come l’astore e lo sparviero, e ancora poiane, gufi, civette, barbagianni sono stanziali; grandi popolazioni di corvidi vivono sull’altopiano; nel bosco i picchi, nei laghi numerosi uccelli acquatici in particolare in primavera ed estate. Numerosissime le specie di piccoli uccelli, passeri, fringuelli, merli, cincie, e tanti altri ancora.

Per la sua orografia, la Sila è ideale per il trekking e la mountain bike nella buona stagione, lo sci da fondo o le ciaspole in inverno: appuntamento ormai classico è la gran fondo della strada delle vette organizzata dal CAI di Cosenza a fine febbraio; sono comunque presenti discreti impianti per lo sci da discesa, in particolare quelli storici di Camigliatello; ho frequentato per anni il paese e le piste da sci, che sono un punto d’incontro degli appassionati del sud per la ottima neve, la buona ricettività alberghiera e i punti di ritrovo serali .

La pesca lacustre è praticata, così come la vela e la canoa. Gli appassionati di fotografia e osservazione naturalistica trovano quì grandi emozioni.

E per tutti, sportivi e non, una ottima cucina rustica e saporita, a base di funghi squisiti, carni, caciocavalli, paste casarecce e rosso di Cirò o del Savuto.