Come le Alpi formano la barriera tra l’Italia e tutto il resto, così il Pollino, muraglia di roccia ad andamento est-ovest, divide la Calabria da tutto ciò che sta a nord, accentuando la separatezza e l’isolamento di questa regione. Fino all’inizio del ventesimo secolo era più facile prendere una nave da Napoli per Paola, Reggio, Messina o Catania, che viaggiare sulla polverosa carrabile, in un viaggio estenuante e dai tempi lunghissimi.

Il massiccio del Pollino, tra mar Tirreno e mar Ionio, è un imponente altopiano da cui si elevano aspre e maestose cime; le più alte e importanti la Serra Dolcedorme, il Monte Pollino, la Serra del Prete… che superano i 2200 metri.

Questi monti formano il nucleo del più grande parco naturale italiano; il Parco nazionale del Pollino, istiuito nel 1992, si estende infatti per circa 192 mila ettari. I numerosi piccoli caratteristici paesi e la magnifica natura attirano ogni anno di più il turismo naturalistico, volano di un economia sostenibile.

Grandi doline, grotte, abissi, gole e canaloni segnano il territorio. Grandi nevai sono presenti fin all’inizio dell’estate, alimentando i fiumi della Basilicata.

Castagni e querce, e più in alto faggi e rari aceri e abeti, cingono le grandi vette dalle sommità nude e rocciose. Ma il vero re dell’alta montagna e simbolo del parco è il pino loricato, cioè corazzato, per la singolare corteccia squamosa.

Il lupo, l’aquila e le specie faunistiche appenniniche sono presenti e diffuse.