Catania, Linguaglossa, Nicolosi, Trecastagni, Sant Alfio, Milo, Randazzo, Mascali, Bronte, Maletto, Giarre, Adrano…: tanti i paesi che fanno corona a quella che è semplicemente “a muntagna”, il Monte Jebel in latino e arabo, casa di dei e demoni, faro dello Ionio e madre, talvolta matrigna,  della Sicilia; indescrivibile

Minibus sulla pista di sabbia nera verso il cratere dell'Etna

Sulla pista che porta al cratere centrale dell’Etna

per chi non c’è stato, l’unico aggettivo è, forse, immensa, un luogo (oggi va di moda dire un non luogo) dove lo spazio non è misurabile, dove le valli sono immense, i boschi hanno alberi immensi; nevai sterminati e lave ribollenti senza sosta, e ai suoi piedi, Catania, nera di pietra di basalto, attivissima e caldissima.

I Ciclopi sono ad Acitrezza e Acicastello, neri sassi scagliati da rabbia cieca.

Passato l’Alcantara e Fiumefreddo, ecco l’antica Naxos, con Taormina e Castelmola, unico ed invidiatissimo balcone sullo Ionio, che alla vista abbraccia la costa calabra a nord e l’Etna fino a Catania a sud; sito Unesco.

Chiamata Etna dai greci che la consideravano un importante punto di riferimento per la navigazione e sede della fucina di Efesto, fu indicata nell’Odissea quale abitazione del Ciclope Polifemo. La presenza araba dall’8° all’11° secolo le ha dato il nome di Jebel, così il montejebel è diventato l’attuale Mungibeddu. Altro interessante nome bilingue (è proprio il caso di dirlo!) è quello di Linguaglossa, paese del versante settentrionale dove si parlava greco come in tutta la Valdemone (glossa in greco = lingua). Le storie del ciclo di Artù, Rolando e i paladini sono ambientate sull’Etna. Ma è la stessa particolarissima morfologia  a dare alla Muntagna il suo alone leggendario. In tempi recenti le narrazioni di tanti letterati siculi, primo fra tutti Giovanni Verga, sono ambientate alle sue pendici.

Geologicamente nasce nel quaternario dallo scontro tra le placche africana ed euroasiatica; l’accumularsi delle lave ha fatto crescere la montagna fino alla situazione attuale, e la crescita non si arresta; un importante sconvolgimento avvenne circa 60 mila anni fa con l’esplosione e il collasso che ha dato origine alla valle del Bove e che ha dato al vulcano l’attuale fisionomia. L’attività è continua con eruzioni che di tanto in tanto raggiungono le aree abitate causando danni ingenti ( la montagna vive!).

Gli ambienti naturali sono quanto mai vari: molto abitati e coltivati i versanti da est a sudovest, con campi, vigneti e antichi paesi barocchi, grazie alla eccezionale fertilità del suolo; poco abitati invece i versanti nord e ovest.  A monte delle aree coltivate si trovano grandi boschi; ancora più in alto, sui 1500/1800 metri inizia il regno delle rocce laviche e delle sciare, che in inverno e fino a giugno sono ricoperte da uno spesso strato nevoso. I nevai perenni alimentano il fiumi dell’area, che sopra i mille metri è preservata dal parco regionale dell’Etna.

La Montagna è luogo ideale per gli sport nella natura: escursionismo, che consente di raggiungere i crateri sommitali, mountain biking, e in inverno sci e scialpinismo; le stazioni sciistiche più a sud d’Italia, Nicolosi (2600/1880 m) sul versante catanese e Linguaglossa (2300/1820 m) sul versante settentrionale, consentono di sciare fino a primavera inoltrata con stupende viste sul mar Ionio. Piccola digressione autobiografica: su queste nevi ho fatto alcune delle più belle discese della mia vita, a testimonianza della assoluta particolarità di questi ambienti naturali dove può capitare di scendere accompagnati dai boati dell’eruzione in corso, o essere gettati giù dalla branda del rifugio Sapienza da uno scossone di terremoto!

collegamenti: www.parcoetna.ct.it, www.aitnemed.com, caicatania, cailinguaglossa.