I monti più meridionali d’Europa si trovano a Creta; nel nomos ionico di Chanià le montagne bianche, Lefka Ori, costituiscono gran parte dell’entroterra, con vette oltre i 2200 metri che per morfologia, estensione e vicinanza al mare, ricordano il massiccio del Pollino, anche se più aride e pietrose. Sono qua e là percorse da profondissime gole che raggiungono la costa meridionale e offrono spettacolari escursioni, prima fra tutte quella di Samaria. I paesini della costa sudoccidentale sono raggiungibili attraverso mulattiere o via mare e mantengono intatto il carattere duro e puro degli sfakioti, gente d’ armi e d’onore, famosi per la resistenza anti turca e, più di recente, per la dura resistenza antinazista.
Un episodio poco conosciuto in Italia è quello del rapimento del comandante delle truppe tedesche a Creta, generale Kreipe, operato da un commando dei partigiani locali aiutati e organizzati da due ufficiali inglesi paracadutati proprio per appoggiare la resistenza, Patrick Leigh Fermor e Stanley Moss. La notte del 26 aprile 1944 il gruppo diretto da Fermor rapisce il generale tedesco e attraverso le montagne dell’Ida e dei Lefka Ori lo trasporta fino alla costa sudoccidentale dove viene imbarcato verso l’Egitto. Fermor considerato uno dei più importanti scrittori inglesi di viaggi è autore di Mani, viaggio nel Peloponneso; per la sua impresa militare fu decorato e nominato “sir”.
Le montagne bianche sono innevate fino a tarda primavera e sopra i 1500 metri sono prive di alberi; dai vasti altopiani sui 1000 metri come quello di Omalos si elevano circa trenta cime oltre i 2000 metri, la più alta delle quali è il Pachnès coi suoi 2453 m. Circa 50 profonde gole incidono gli altipiani raggiungendo la costa. Pochissime le strade o le piste, cosicchè per conoscer le montagne bianche bisogna percorrerle a piedi.
collegamenti: west-crete.com
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