La cucina siracusana è  legata  al mare e alla pesca,  e  alla terra, quindi all’ agricoltura e all’allevamento.
Offre in ugual misura sia piatti a base di pesce che a base di carne, verdure e materie prime legate alla pastorizia.
La cucina di mare: la costa ionica siracusana è molto pescosa nonostante il calo generale della pescosità del Mediterraneo; le correnti intorno alla punta meridionale dell’isola portano i grandi pesci di passo, ricciole, pesci spada e sopratutto i tonni; grande è la varietà di pesci pregiati quali orate, spigole, aragoste, gamberi, saraghi, cernie, dentici… e di pesci meno pregiati e di pesce azzurro;  la distribuzione è molto rapida e la freschezza del prodotto che arriva sulle tavole dei siracusani è garantita; la tradizione delle tonnare ha lasciato in eredità la preparazione della bottarga . La presenza di corsi d’acqua offre anche il pesce d’acqua dolce.

I piatti a base di carne,  o derivati dall’agricoltura o dalla pastorizia, legati alle aree più interne, sono altrettanto importanti e numerosi rispetto a quelli legati alla marineria.
Piatti di mare:  tra i primi piatti di pesce, gli spaghetti al nero di seppia, alla bottarga, ai frutti di mare, con gamberi o  scampi o con acciughe e mollica abbrustolita. I secondi piatti, oltre naturalmente alle grigliate e ai fritti di paranza, offrono il tonno con la cipolla,  pesce spada affumicato,   lampuga fritta all’aceto,  tranci alla matalotta,  polpo in insalata,  agliata di pesce,  zuppa di mare.  I pesci di fiume vengono preparati al cartoccio e alle erbe.

Tra i prodotti tipici  di terra si segnala la salsiccia  di Palazzolo, salumi e salsicce di cinghiale di Buccheri,  lo spezzatino alla siciliana, i ravioli di ricotta, il coniglio stimpirato, marinato  nell’aceto, gli spaghetti con melanzane e zucchine, i ntuppateddi, lumache fritte e aromatizzate con pepe e semi di finocchio selvatico, la ‘mpanata, una pasta lievitata e farcita con cavolfiore, olive nere, spicchi d’aglio, pecorino e acciughe. Sul territorio si producono ottimi formaggi e ricotte di pecora.

L’agricoltura dell’entroterra è specializzata in particolare nella coltivazione del mandorlo: la mandorla locale è di altissima qualità ed ha un mercato nazionale. Altra coltura già estesamente presente ma che negli ultimi 20 anni ha puntato sulla qualità è la vite, con impianti moderni e produzioni sempre più apprezzate. In tavola arrivano, quì come in tutta Europa, le eccellenti produzioni e le primizie dell’area di Pachino, in particolare i pomodori, l’oro rosso.

Accanto ai dolci tipici di tutta la Sicilia, vi sono particolarità locali come la giuggiulena o cubbaita, un torrone preparato con sesamo, miele e mandorle; la cassata siracusana che si differenzia da quella palermitana per l’assenza di glassa e per la composizione a strati di pan si spagna, ricotta e cioccolato;  i biscotti dei morti, i quaresimali , le crespelle al miele chiamate benedettine; gli ottimi gelati.